giovedì 15 giugno 2017

Come lo stress influenza l'essere fertili?



Come agisce lo stress sulla fertilita'? Un’eccessiva quantità di ormoni dello stress, come adrenalina, endorfina e cortisolo, va ad interferire con la regolare secrezione degli ormoni sessuali femminili estrogeni, LH,FSH, progesterone prolattina, alterando il ciclo mestruale e l’ovulazione, e complicando, di conseguenza, il concepimento. Essi, infatti, hanno un ruolo importante nella fertilità sia perché riducono la qualità degli ovociti, ritardandone il rilascio dal follicolo, prevenendo l’impianto dell’ovocita fecondato, sia perché alterano il sistema immunitario, il cui ruolo è anch’esso strategico nel concepimento e nel portare avanti una gravidanza. Il neurobiologo americano Robert Sapolsky, che ha studiato l’effetto dello stress sull’organismo, afferma: «se non vuoi ovulare, la prolattina è l’ormone che devi avere ad alti livelli nel sangue». Secondo uno studio americano pubblicato sulla rivista scientifica Human Reproduction, diversi fattori di stress per l’organismo, aumentano il rischio di infertilità (Lynch CD et al., 2014). Lo studio prende in considerazione un gruppo di 501 coppie nei 12 mesi precedenti alla ricerca della gravidanza. In particolare, le donne sono state sottoposte giornalmente al prelievo di saliva per esaminare la variazione del valore di cortisolo e α-amilasi, biomarkers dello stress, al variare degli stimoli. L’80% delle donne esaminate hanno completato il protocollo di studio e di queste, l ‘87% hanno avuto una gravidanza. È stato visto, tenendo conto dell’età femminile, razza, reddito, uso di alcol, caffeina e fumo di sigaretta, che le donne sottoposte a più alti livelli di stress, quindi, con il più alto valore di α-amilasi, esibivano una riduzione del 29% della fecondabilità che si traduceva in un rischio due volte maggiore di infertilità.

La vasocostrizione determinata dagli ormoni dello stress determina inoltre uno scarso afflusso di sangue alle tube uterine, rallentando il passaggio dell’ovocita fecondato verso l’utero, così da arrivare troppo tardi per impiantarsi correttamente nell’endometrio (la mucosa dell’utero).

Nell'uomo, lo stress altera l’assetto ormonale diminuendo la qualità e la quantità degli spermatozoi. Alcuni studi mostrano che un uomo che vive l’infertilità da 1-2 anni ha un rischio 8 volte maggiore di sviluppare in questo periodo una riduzione della conta degli spermatozoi.




In momenti di forte stress il progesterone si trasforma in cortisolo, l’ormone dello stress, che si produce biochimicamente come gli ormoni sessuali. Il risultato è una diminuzione dei livelli di progesterone nell’organismo. Allo stesso tempo, il livello di prolattina, secreta sempre dall’ipofisi si mantiene elevato poiché la dopamina, l’ormone del benessere diminuisce. Il livello di ormoni sessuali quindi, si abbassa e questo produce problemi mestruali e ovulatori.


mercoledì 14 giugno 2017

Cosa significa sterilità psicogena o idiopatica?

Cosa significa sterilità psicogena o idiopatica?




Quando la sterilità non è vincolata da problematiche organiche, ed è influenzata da conflitti di natura psichica viene definita sterilita' psicogena o ideopatica .Per l’uomo concepire un figlio non è un fatto di puro istinto, come negli animali, ma un fatto complesso legato al desiderio, all’amore, alle pressioni sociali, al significato dato alla coppia e alla vita, alle aspettative future e ai vissuti rispetto al ruolo di madre e di padre.
I risultati statistici del Ministero della Salute riferiti al 2016 riportano che una coppia su 5 ha difficoltà a procreare: questo dato è raddoppiato rispetto al 1996. La maggior parte degli studi sono da sempre orientati più sull’analisi della personalità della donna infertile rispetto a quella dell’uomo, sul quale ci sono pochissime ricerche. Quello che invece è emerso con grande evidenza è la complessità dell’atto del concepimento che si lega al desiderio, all’amore, a influenze e pressioni sociali, alla visione della coppia e della vita, ai vissuti rispetto ai ruoli genitoriali e alle aspettative legate al futuro. Tutti gli studi più recenti sulla psicosomatica concordano sul ruolo che lo stress emozionale ha nello sviluppo di patologie organiche; nel caso dell’infertilità, lo stress agisce direttamente sull’ovulazione e sulla spermatogenesi.

Un fenomeno emblematico è l’esistenza di una patologia, nota ad endocrinologi e ginecologi, definita amenorrea ipotalamica, comunemente conosciuta come “amenorrea da stress” per richiamarne la causa, ovvero una sindrome provocata da una scarsa produzione delle gonadotropine a livello ipotalamico.
Questo dimostra come la componente psico-emozionale agisca concretamente e con meccanismi differenti su due importanti sistemi, quello neurovegetativo e quello neuroendocrino e di conseguenza anche sugli organi, creando oligospermia, disfunzioni croniche e acute, incidendo sul ciclo mestruale, sulla funzionalità ovulatoria e sull’impianto dell’ovulo.

Nel fenomeno psicosomatico le emozioni non accolte si scaricano sul corpo, attraverso i centri del cervello emotivo. In questa prospettiva, ogni conflitto o paura che restano inconsci possono influenzare negativamente la fertilità. Proprio nel cervello emotivo, la parte sottostante alla sostanza grigia della corteccia cerebrale, risiede la "centralina" dell’apparato riproduttivo, regolata dall’asse ipotalamo-ipofisario. I centri biologici del cervello emotivo entrano continuamente in risonanza con le situazioni di vita, il dolore, lo stress, i lutti, gli stimoli e i traumi che disturbano il flusso regolare di informazioni che arrivano alle ghiandole riproduttive: ovaie e testicoli.

Un punto focale è anche il legame esistente tra i centri nervosi dell’apparato riproduttivo e le aree del pensiero: la predisposizione mentale nei confronti del concepimento ne influenza il funzionamento.

L’apparato riproduttivo è molto sensibile a tutto quello che avviene nella corteccia cerebrale: quest’ultima può addirittura inviare dei segnali che inibiscono la sua azione, fino a sopprimere la funzione riproduttiva. Qualunque disagio emotivo mediato dalla corteccia cerebrale, dunque, ha un’azione diretta sulla fertilità.


giovedì 1 giugno 2017

Stress: Cos'e'?


Oggi si parla tanto di stress, un termine che viene utilizzato in tantissimi contesti,ma cos’e’ lo stress?
Il primo a descrivere la natura e i meccanismi dello stress biologico fu il neuroendocrinologo  Hans Selye nel 1936,per esprimere le tensioni a cui sono sottoposti gli esseri viventi ,normalmente il termine stress era  utilizzato in Ingegneria,per indicare lo sforzo a cui venivano sottoposti i materiali.
Egli considerò lo stress una reazione aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta di cambiamento che si esplica nell’ambito di una sindrome che chiamò Sindrome Generale di Adattamento o GAS. Selye osservò che animali da esperimento sottoposti a stimoli diversi manifestavano una sindrome comune caratterizzata da ipertrofia corticosurrenale, atrofia del timo e delle ghiandole linfatiche e ulcere gastriche.
Il surrene è una ghiandola endocrina che ha molteplici funzioni, quali garantire la qualità delle difese immunitarie e spegnere le infiammazioni. I cinesi definivano la ghiandola surrenale “ricettacolo dell’energia primordiale”, attribuendole il compito di rifornire di energia l’intero organismo.
Selye cercò di stabilire una relazione tra lo stimolo esterno pericoloso o minaccioso (stressor) e la reazione biologica interna dell'organismo (risposta o reazione da stress).
Studi successivi confermarono che gli stressor possono anche essere di natura psichica, emozionale, relazionale, socioeconomica e che determinate reazioni allo stress possono essere osservate, oltre che sul piano fisico, anche sul piano psichico e comportamentale. Concluse che lo stress è la risposta "strategica" dell'organismo nell'adattarsi a qualunque esigenza, sia fisiologica che psicologica, cui venga a esso sottoposto. In altre parole, è la risposta aspecifica dell'organismo a ogni richiesta effettuata su di esso.
E’ proprio grazie al processo biochimico che sottostà allo stress che si sprigiona un’energia e un’intensificazione della vitalità che consentono di fronteggiare le situazioni che quotidianamente si presentano. Selye identificò quindi lo stress come l’energia di adattamento che sperimentiamo ogni giorno. Pertanto lo stress non è né un bene né un male, ma è una risposta fisiologica naturale.
Lo stress, quindi, sarebbe una reazione adattiva, caratteristica della vita, che può però assumere un significato patogenetico quando è prodotta in modo troppo intenso e/o per lunghi periodi di tempo e non si accompagna a risposte sufficientemente efficaci. Se l’organismo è sottoposto ad un’azione intensa ma transitoria degli stressors possiamo parlare di stress acuto mentre quando essi sono prolungati nel tempo tanto da deteriorare la capacità di adattamento dell’organismo parliamo di  stress cronico.
La Sindrome Generale di Adattamento General Adaptation Syndrome (G.A.S.)
Selye definì il processo grazie al quale l’organismo si procura l’energia necessaria per fronteggiare le varie circostanze “Sindrome Generale di Adattamento”.
Si tratta di tutta una serie di reazioni neuropsichiche, emotive, locomotorie, ormonali, immunologiche che coinvolgono l’organismo nella totalità. Gli stressor (eventi che stimolano la risposta) possono essere di tipo fisico (esempio: superlavoro, ma anche inquinamento acustico), mentale (impegno cerebrale lavorativo o conflitto interiore), sociale e ambientale (gli obblighi e convenzioni dell’ambiente sociale). 
L’evoluzione della sindrome avviene in tre fasi:
Fase di Allarme: è la fase acuta, di breve durata. L'organismo risponde agli stressor mettendo in atto meccanismi sia fisici che mentali per fronteggiare la situazione (aumento del battito cardiaco, della pressione sanguigna, del tono muscolare…). Segue presto un ben definito ritorno alla normalità.
Fase di Resistenza o Adattamento: il corpo tenta di combattere e contrastare gli effetti negativi dell'affaticamento prolungato, producendo risposte ormonali specifiche da varie ghiandole (in particolare dalle ghiandole surrenali). La fase di resistenza può durare da molti minuti a giorni, settimane, anni.
Fase di Esaurimento: se gli stressor continuano ad agire, il soggetto può venire sopraffatto e possono prodursi effetti sfavorevoli permanenti a carico sia della struttura psichica che somatica, influendo sul sistema immunitario e sull’intero organismo.
Il dottor Selye ricordava spesso che la principale causa del cattivo stress dell’umanità
moderna è la frustrazione come effetto delle contrarietà e dei fastidi della vita di tutti i giorni.
Per questo motivo la maggior parte di noi vive, quasi sempre, in una fase di resistenza da
stress prolungata a cui, di tanto in tanto, si sommano episodi di reazione da stress acuta (come
nel caso di una discussione col proprio partner o superiore).
La risposta di stress è quindi un insieme di reazioni a catena che coinvolgono innanzitutto il
sistema nervoso, il sistema endocrino e il sistema immunitario agendo di conseguenza su tutto
l’organismo. Molti studiosi concordano che lo stress incide notevolmente sulla produzione ormonale con la conseguenza che si verificano modificazioni del normale equilibrio dell’organismo.



Conoscersi per amarsi.........



Se vuoi convertire i tuoi sogni in realtà,dovrai imparare a conoscere te stessa/o.
Quanto più ti conoscerai, tanto più ti avvicinerai a ciò che desideri ottenere. Quanto più ti conoscerai, più ti amerai. E solo nel momento in cui ti amerai davvero,potrai condividere il tuo amore con gli altri.
“La Profezia della Curandera”

Il momento e' giusto?

“Se qualche cosa è forzato fuor di tempo non si ottiene nulla” Ippocrate Viviamo in una società dove la tensione,lo stress, hanno un ruo...